"....Mirko Trevisanello, il pescivendolo-giornalista-scrittore, uomo di
guerra e d'amore, che, dopo la morte, Treviso con fastidio si
ostina a dimenticare, nonostante abbia lasciato libri fantasmagorici."
(da La Tribuna di Treviso)
Mirko Trevisanello
Editrice Canova
Lo
ha accompagnato per tutta la vita, ricordandogli sempre da dove
proveniva e dove poteva ritornare. Anche in situazioni drammatiche come
la II guerra mondiale c'era sempre quel nome, Trevisanello, a
rammentargli che Treviso e la sua gente lo aspettavano a casa. E lui non
ha dimenticato. "Ricordi per il futuro. C'era una volta Treviso"
(Editrice Canova, 25 mila lire) dello scrittore e giornalista Mirko
Trevisanello è la testimonianza vivente di un uomo che ha visto e
vissuto la Treviso degli anni delle guerre. E quanto non ha vissuto lo
ha raccolto da una tradizione orale popolana, che tramandava usanze e
linguaggi. Qui la storia ufficiale dunque non... fa storia, appunto.
Trevisanello ha tutto in testa: "Spero vi sarete accorti della quasi
totale assenza di riferimenti cosiddetti storici. Poco o nulla conosco
infatti della storiografia ufficiale di Treviso - scrive Trevisanello -
C'era una volta... Statene pur certi, la Treviso di cui vi parlerò io ve
la propinerò in questa maniera. E così il mio ricordare diventerà un
po' vostro, anzi sono sicuro che vi coinvolgerà molto di più che non una
delle tante inutili tirate saputone da primi della classe". Palco in
prima fila, come lo chiama lui, è innanzitutto la bottega del padre
pescivendolo nella quale vede sfilare ogni giorno tutta la trevigianità
di allora. Poi i suoi occhi e le sue orecchie, fedeli compagni di tante
avventure ed esperienze. I luoghi (Cae de Oro, piazza dei Cunici poi San
Vio, piazza Duomo, la montagna dei poareti, piazza dei Signori), i
volti (il conte Rinaldi, el sior Caccianiga, Bepi Mazzotti, Bruno
Marton, Toti Dal Monte), i vecchi piatti (risi e bisi, risi co' a
lugànega, a sopa coada, bogoeti ajo e ojo, poenta co' i osèi) e
addirittura i 'mistieri scomparsi' (el pontapiati, el caregheta, el
moleta, el strassariòl) sono tutti lì, più vivi che mai grazie alle sue
'pennate' vivaci. C'è tutto insomma, anche se qualcuno tra i più giovani
potrebbe notare l'assenza di luoghi che gli sono oggi noti. Il motivo
c'è e fa parte ancora una volta delle esperienze umane di un popolo:
"Molto probabilmente ci sarà chi, lettore giovane (mi piacerebbe tanto
averne) si chiederà come mai io non faccia alcuna menzione di certe vie o
piazze cittadine. Cari lettori giovani, quelle vie e quelle piazze non
esistevano: le 'crearono' le bombe nel corso dell'ultima guerra". Il suo
però non è il libro di un vecchio nostalgico: primo, perché nonostante i
suoi 75 anni Trevisanello vecchio non si sente proprio per niente,
secondo perché "Ricordi per il futuro" (e il titolo lo conferma) è un
libro di speranza per gli anni avvenire, rivolto ai trevigiani e alla
loro trevigianità più genuina: "Non ho scritto questo libro solo per
evocare Treviso - spiega l'autore - Ma per difenderla. Che combattente
sarei altrimenti? Difendere la città in cui sono nati i miei antenati,
ma soprattutto proteggere la sua lingua. L'appello che lancio ai giovani
è proprio questo: difendete la vostra cultura e la vostra lingua".
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