Una volta, quando
non si sfrecciava a velocità sostenuta lungo la Noalese, la
zona del Moncin,dopo Sant’Isepo ma in Sant’Isepo aveva
una suo fascino particolare. Sarà per v ia di quel nome (la
voce popolare
riferisce
l’esistenza di un convento di monache di clausura giusto ove
oggi è sito l’aeroporto e , a dire il vero,tracce di
questo storia sono rinvenibili anche nel nome di una via delle
Muneghe), sarà
perché nel
raggio di pochi metri si consumavano le storie di due osterie, ma
‘quella contrada’ ha sempre esercitato nelle nostre menti
un richiamo affettivo.
Il Moncin svolgeva
sicuramente una antica funzione di osteria,punto di approdo delle
diligenze e dei viaggiatori provenienti da Padova. L’antica
insegna del Moncin riportava la data del 1914 : a quell’epoca
rislagono infatti le notizie delle prime licenze. Ad una maniscalco
era subentrato un forno a legno gestito dalla famiglia Sartor : il
testimone dell’attività passò poi alla famiglia
Girotto nel 1960.
La storia del Moncin
è legata invece alla storia della famiglia Zorzi. I genitori
di Renato Zorzi avevano saputo imprimere alla storia del locale una
firma indelebile. Una cucina sapiente,perfettamente allineata con le
nostre migliori tradizioni, ha giustamente consegnato i loro nomi
alla storia del costume di Treviso.
Il Moncin,dopo
alcune parentesi e ‘sfarfallamenti’ in territori non
suoi,è ritornato a nuova vita grazie a Nicola, l’attuale
‘capo’. Chef solido, di ottima formazione e studi
professionali, Nicola ha ulteriormente imparato l’arte
in molti locali top,
così da affinare le proprie esperienze. Quando ha deciso il
grande ‘salto’, ha voluto impegnarsi per restituire al
locale la dignità culturale che gli è sempre stata
propria.
Un tempio unico del
buon gusto , con piatti ispirati alle nostre tradizioni, semplici e
creativi al tempo stesso.
Noi de ‘Il
Nuovo Cagnan’, non ci accontentiamo delle chiacchiere.Abbiamo
visitato il Moncin in un giorno qualsiasi, di un mezzodì
qualsiasi, per degustare il menù del giorno.
Forse qualcuno si
chiederà : ma per uno chef come Nicola,interpretare un menù
di lavoro a prezzo fisso non costituisce quasi una ‘menomazione’
professionale ?
La risposta è
nella qualità delle proposte : tre primi e tre secondi, con
materie prime eccellenti ed una cucina davvero efficace. I ‘grandi’
si vedono dalle piccole cose.
E , qui al Moncin,
in Sant’Isepo, tutto va bene. Parola anche di Palato Anarchico,
alias Giuseppe Gaspari, giornalista e blogger di profilo nazionale
che con noi ha avuto il piacere di assaggiare la cucina di Nicola.
Nessun commento:
Posta un commento