Nicola Cendron, in
TREVISOTODAY, scrive : “Le mura di Treviso, 500 anni di storia.
Perchè sono state costruite? Furono costruite 500 anni fa per
difendere la città dagli attacchi nemici e oggi sono ancora ben
integre malgrado il passare del tempo. Dopo un lungo periodo di
abbandono e di degrado sono tornate a risplendere, negli anni 90'
(con una lunga serie di restauri), diventando teatro di
manifestazioni musicali ed enogastronomiche oltre a mantenere la loro
vocazione naturale cioè quella di essere un luogo dedicato alle
passeggiate e al jogging. Estate e inverno, sotto le folte e ombrose
chiome degli antichi ippocastani. Parliamo di uno dei luoghi simbolo
del centro storico di Treviso, ovvero le storiche mura che lo
delimitano.Perché venne costruita questa opera così imponente, tra
il 1509 e il 1518? La Repubblica di Venezia, sconfitta nella
battaglia di Agnadello (14 maggio 1509) dalle truppe francesi della
Lega di Cambrai, fu costretta a rinunciare ad espandersi nel resto
d'Italia ma soprattutto doveva fortificare le sue più importanti
città della terraferma. Tra queste appunto Treviso, un caposaldo che
era nel mirino delle forze avverse alla Serenissima. Il progetto e la
realizzazione dell'opera fu affidata al frate francescano Giovanni
Giocondo da Verona (a cui è dedicato uno dei varchi attualmente
esistenti lungo le mura). I lavori di realizzazione durarono nove
anni e cambiarono il volto della città: vennero abbattute le mura
medioevali e distrutti borghi ed edifici che si trovavano all'esterno
della cinta muraria. In quella che è l'attuale periferia esisteva
una sterminata spianata priva di case a alberi. Le nuove mura furono
costruite a terrapieno, rivestito all'esterno da una spessa muraglia
in mattoni, più economico e facile da usare rispetto alla pietra, ma
anche più elastico per meglio resistere all'artiglieria. Una volta
completate le mura, si diede avvio alle opere idrauliche. Fu deviato
il corso del fiume Botteniga in modo da creare attorno alla città un
profondo fossato e attraverso il complesso sistema di chiuse ancora
visibile sotto il Ponte de Pria, in corrispondenza dell'ingresso del
fiume in città, si poté, all'occorrenza, allagare la spianata
circostante.
L'attacco delle
truppe della Lega di Cambrai arrivò puntualmente nell'estate del
1511 e durò fino ad ottobre. Le opere difensive di Fra Giocondo
resistettero e le mura nonostante il lungo assedio non subirono gravi
danni. Cessato il pericolo i varchi di accesso alla città, tra il
1514 e il 1515, furono ridotti a tre. Oltre a porta Altinia che
ancora oggi si connota come torre difensiva, i podestà di allora,
Nicolò Vendramin e Paolo Nani, decisero di ricostruire, proprio per
celebrare la vittoria, porta Santi Quaranta e porta San Tommaso con
lo stile degli archi trionfali romani. In seguito il terrapieno delle
mura fu adibito a pascolo e coltivazione. Solo durante il 1800 le
mura presero la funzione attuale di lungo viale alberato dedicato al
passeggio mentre i varchi furono trasformati in caselli daziari. Fino
agli inizi del 1900 il collegamento tra il centro storico e la
periferia era permesso solo attraverso le tre uniche porte. Solo in
seguito si provvedette a creare ulteriori varchi che anche
attualmente sono normalmente utilizzati per la viabilità.”
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