lunedì 3 luglio 2017

Jambon Day - Una giornata alla scoperta del Re dei Crudi


Saint-Rhémy-En-Bosses

Borgo di Saint-Rhémy
  • domenica 09 luglio 2017




Nel magnifico e suggestivo borgo di Saint-Rhemy un’intera giornata dedicata al “re dei crudi”.
Gli attenti gourmet e i buongustai potranno visitare lo stabilimento di produzione dello Jambon, potranno conoscere i segreti, assistere a delle degustazioni guidate, acquistare e assaggiare il Vda Jambon de Bosses DOP ed infine potranno scoprire i vini e i prodotti valdostani. Il Jambon Day sarà anche un’opportunità per scoprire abbinamenti e sapori da coniugare con il gusto speciale del Jambon de Bosses DOP.
Le cosce di suino, attentamente scelte, vengono preparate e lavorate per diventare “Jambon”. Le cosce vengono massaggiate per far fuoriuscire residui di sangue e siero, poi salate a secco con sale marino, pepe macinato, spezie e un miscuglio di erbe autoctone, sono poi tenute a temperatura controllata, lasciando “lavorare” il sale per 20 giorni.
Dopo il lavaggio e l’asciugatura vengono poste nelle camere di stagionatura, dopo di che si procede con la sugnatura e si completa la stagionatura. Un processo di lavorazione artigianale lungo e prezioso perché racchiude il sapere della tradizione di un intero villaggio. La stagionatura si protrae tra i 12 e i 24 mesi in presenza dei fieni del territorio in un luogo fresco e ventilato in grado di riprodurre l’ambiente tipico dei “rascard”.
Il Re dei crudi in tavola
Lo Chef valdostano Paolo Bertholier vi guida in un pranzo degustazione unico nel panorama enogastronomico prenotazione obbligatoria con posti limitati ai numeri 329.5681315 o 333.6508759
L’Associazione Borghi d’Europa ha inserito la Pro Loco Sain-Rhémy-en-Bosses nei progetti d’informazione della rete internazionale.

Contatti

Pro Loco Saint-Rhémy-en-Bosses
11010 SAINT RHEMY EN BOSSES (AO)
  • Telefono:
  • (+39) 333.6508759



Saint-Rhémy è il villaggio più importante della conca situata nell'alta valle del Gran San Bernardo e chiamata Bosses, a circa 20 chilometri a nord-est da Aosta.

Storia

Il borgo di Saint-Rhémy
La funzione di centro abitato più vicino al colle sul versante alpino meridionale ha caratterizzato Saint-Rhémy nei secoli. Il toponimo latino è Endracinum: in epoca romana sul posto sorgeva un importante mansio a controllo della strada, mentre la villa del dominus Baucius sorgeva poco distante dall'arteria, sulla collina.
Subì le invasioni degli Unni, dei Burgundi, dei Longobardi, dei Carolingi e dei Saraceni, passando di mano in mano tra il VI al X secolo. Secondo la tradizione, durante la dominazione burgunda il re Gontrano, di passaggio per la valle, si fece battezzare da San Remigio arcivescovo di Reims nel 496 d.C., dando quindi il nome al paese.
Saint-Rhémy-en-Bosses è citata nel resoconto dell'itinerario di Sigerico di Canterbury che, attorno al 990 si recò a Roma per ricevere dalle mani del Pontefice Giovanni XV il Pallio; tale percorso nei secoli successivi sarebbe stato chiamato Via Francigena. In particolare la località ne rappresentava la XLVIII tappa (submansio), e fu definita dall'Arcivescovo di Canterbury Sce Remei. Egli vi soggiornò prima di oltrepassare il Colle del Gran San Bernardo.



Monumenti e luoghi d'interesse

  • La settecentesca chiesa di San Lorenzo, nella frazione di Saint-Rhémy
  • L'ottocentesca chiesa di Saint-Léonard, nell'omonima frazione (capoluogo)
  • Accanto alla Chiesa di Saint-Léonard sorge il Castello di Bosses, castello di tipo monoblocco del XIV-XV secolo.
  • In località Les Maisons, si trova la casaforte di Chevillien o Chez-Vuillien, che ben conserva una torre cilindrica e una caditoia sul lato est.
  • Degno di nota l'antico lavatoio in pietra, con lo stemma dei conti Savin de Bosses.
  • Da Saint-Rhémy si può raggiungere il Rifugio Frassati.
  • D'estate, si può visitare l'allevamento dei cani di San Bernardo, nei pressi dell'Ospizio di San Bernardo.
  • Da Saint-Rhémy si raggiungono con un sentiero le opere del Vallo Alpino; un altro sentiero da Saint-Rhémy porta alla Batteria di Plan Puitz








sabato 1 luglio 2017

Le Contrade del Gusto : la Chiesa di San Gottardo a Padernello

La chiesa di San Gottardo è un piccolo edificio religioso di Padernello, frazione del comune di Paese (TV). Sorge lungo la strada statale 53 Postumia, detta anche "Castellana", a 36 m s.l.m.. Questo luogo di culto è la seconda chiesa campestre di Padernello e rispetto alla Parrocchiale San Lorenzo, si trova a 500m in direzione sud.

Storia

Secondo i documenti parrocchiali, un primo nucleo della chiesa venne edificato da dei
carrettieri tedeschi attorno alla prima metà del XV secolo. I documenti riguardanti
questa prima chiesa sono pochi, tanto da far dubitare della sua esistenza prima del 1800. Fortunatamente il Vescovo di Treviso Giuseppe Grasser nel biennio 1826-1827, fece
una visita pastorale, nella quale censì circa un terzo delle chiese della Diocesi, tra cui
San Gottardo. Nella relazione, il vescovo consigliava di restaurare la pala dell'altare e
di riassestare la chiesa; questo scritto conferma l'esistenza di una struttura prima della
chiesa attuale. Nel 1841, la chiesa venne riedificata; la prima struttura non è quella
attuale, bensì più piccola, è possibile vedere ancora oggi questo nucleo rimasto intatto.
Verso la fine del XIX secolo, la struttura venne ampliata e prese la forma attuale.
Nei primi anni del XX secolo venne costruita la scalinata d'ingresso, mentre
nel primo dopoguerra venne costruito il campanile e la sacrestia. Durante
la prima guerra mondiale, nel sagrato venne costruito un casermone per
l'alloggio degli arditi e nella chiesa venne allestito un teatro. Fu necessario
riconsacrarla alla fine della guerra, nel 1918. Nel 1993, per opera del Gruppo
San Gottardo, venne eseguita la pavimentazione della chiesa con il marmo,
nei colori Rosso di Verona e Bianco d'Istria. Nel 2009 venne installato l'orologio
sulla facciata della chiesa.

Edificio

All'interno è possibile ammirare la pala del 1522, raffigurante San Gottardo,
attribuita al pittore trevigiano Paris Bordon.
Su un soppalco di fronte all'altare, si trova l'organo callidiano, opera del celebre organaro
Gaetano Antonio Callido.
Sulle pareti vicine all'altare sono affissi numerosi ex-voto, a testimonianza delle guarigioni
fatte dal santo.

Dalla Fiera alla Sagra

Nell'area attorno alla chiesa sin dal XVI secolo, si svolgeva una antica fiera del bestiame
e di merci varie. In una di queste fiere vi parteciparono più di 10.000 persone. Il culmine
della festa veniva il 5 maggio, giorno di San Gottardo.
Dopo la ricostruzione del 1841, la chiesa necessitava di molti fondi per essere ultimata e
le fiere successive furono dedicate a questo scopo. La Fiera di San Gottardo in questo
periodo venne chiamata anche con il nome Fiera dei Servitori. All'interno della sede del
Gruppo San Gottardo è tuttora visibile uno di questi manifesti, datato 1860.
Concerto durante la sagra del 2012, sullo sfondo il campanile.
Purtroppo gli eventi bellici della prima metà del XX secolo, interruppero questa antica
fiera.
Nel 1978, per opera del Gruppo San Gottardo, venne ripresa la tradizione di festeggiare
il Santo nei primi di maggio. Visto che i tempi erano ormai cambiati e le fiere del bestiame
erano ormai cosa del passato, venne deciso di creare la Sagra di San Gottardo, nella quale
vengono serviti i piatti tipici di una sagra. Lo scopo di questo gruppo è stato ed è ancora
oggi, quello della manutenzione della chiesa e del volontariato per il paese. A questa
sagra di maggio si sono aggiunti poi col tempo altre due manifestazioni: la panera
(panevìn) alla vigilia dell'Epifania (5 gennaio) e la Sagra della Castagna (nel mese di
ottobre). Dal 1992, ogni primo di maggio, si svolge un torneo di pallavolo di squadre
amatoriali.
Risultati immagini per immagini chiesa di san gottardo padernello



Il Nuovo Cagnan : a Padernello al Bar da Caio

Ci andavamo con la redazione de Il Nuovo Cagnan, nei giorni della festa di San
Gottardo a Padernello di Paese, per festeggiare, laicamente, le nostre avventure
editoriali e bagnare con un’ombra la nostra sete di…. conoscenza, al bar da
Caio.
Scampoli di storia della scapigliatura trevigiana, sempre alla ricerca di angoli e
profili umani ‘altri’…..
Così siamo ritornati al bar da Caio, che da oltre diciotto anni è gestito con sapienza
e passione da Gianni e dalla moglie Loretta.
“ La storia dell’osteria si perde nella notte dei tempi : abbiamo trovato i segni
inequivocabili dei cerchi in ferro per l’attracco delle diligenze.Probabilmente
si trattava di una locanda-posta. Così abbiamo deciso di restare osteria di tradizione,
dove la gente si incontra, chiacchiera, consuma, con un buon bicchiere di vino
e di birra”.
Gianni non ha prodotti preconfezionati : i panini utilizzano materie prime di
sicura qualità e vengono fatti al momento, senza soffrire implasticati e soffocati.
La scelta delle birre previlegia l’eccellenza : due birre fisse e una birra che cambia
ogni mese,per offrire alla clientela opportunità e gusti diversi.
Accanto all’Osteria la Chiesa di San Gottardo.

Le Contrade del Gusto a Badoere : Fioreria Lucato

La Rotonda di Badoere è una delle barchesse più famose del Veneto, la sua particolarità sta
sia nella sua grandiosità che nella sua struttura fatta per ospitare una serie di botteghe su un semicerchio e abitazioni sull’altro, con una grande piazza per il mercato; sulla piazza si
affaccia la chiesa e un palazzo dominicale, ora sede municipale. La grande costruzione si
presenta strutturalmente come un lungo porticato semicircolare, formato da quarantuno
arcate. Questa stupenda piazza ha trovato origine presumibilmente alla fine del Seicento;
infatti fin dal 1566 la nobile famiglia veneziana dei Badoere vantava numerose proprietà
terriere nella zona.

La Fioreria Lucato è una delle attività che anima e rinnova la storia della Rotonda.
Maurizio ha iniziato questa professione fin da giovane, con una dedizione e una competenza
che sono cresciute negli anni. “ Sono nato a Badoere ed ora vi risiedo con mia moglie Olga,
che mi accompagna da sempre nella mia storia imprenditoriale”.
La Fioreria Lucato ha ottenuto quest’anno a Noale, in occasione della tradizionale festa di primavera,il premio- segnalazione per il miglior allestimento.
Diamo un’occhiata in questo paradiso di fiori e piante : ci colpiscono il buon gusto delle
composizioni, la fresca creatività dell’ispirazione, la ricerca puntigliosa nella cura dei
particolari.
“Ma essere fiorista, cioè conoscere le regole tecniche del mestiere e sapere gestire un
negozio in proprio, è frutto di studio e preparazione, e non solo di esperienza. Non basta,
infatti, saper vendere fiori e piante, ed essere un buon commerciante. Il fiorista ha a
che fare con un “prodotto” che va abilmente manipolato, trasformato, confezionato,
dando libero spazio alla fantasia e alla creatività. “
Che dire di più ?