(http://www.parcosile.it/pagina.php?id=17)
Treviso: in ottobre
la città ospita un grande luna park per due settimane di
divertimento che culmineranno nel giorno di S. Luca (18 ottobre). La
fiera risale al X secolo anche se si è svolta regolarmente solo dal
1205. Era l'avvenimento annuale più solenne e festoso della città :
si trattava infatti di una esposizione campionaria che interessava
tutta l'Italia Nord Orientale, tanto che speciali banditori venivano
inviati in ogni città del Triveneto, in Lombardia e in Emilia
Romagna. Originariamente si svolgeva in settembre ed era chiamata di
S. Michele di Melma, in omaggio alla località dov'era nata; cambiò
data e luogo quando il Comune Trevigiano volle onorare con questa
festa un suo conterraneo asceso al soglio pontificio sotto il nome di
Benedetto XI.
Oggi le attivitÃ
legate agli scambi commerciali non esiste più, ma rimane
un'occasione per la degustazione del vino novello e per gustare le
specialità della stagione ("folpi", marroni, oca arrosta
con il sedano, croccante etc.) e per divertire adulti e bambini.
Per gli abitanti di
Sant'Ambrogio di Fiera, nell'immediata periferia di Treviso, vicino
al Fiume Sile, le Fiere di San Luca sono un avvenimento estremamente
naturale che fa parte, si può dire, della loro stessa vita. La
storia di Fiera si intreccia da sempre con quella delle Fiere: non
sarebbe possibile immaginare l'una senza le altre. L'evidente
confusione causata dall'afflusso di moltissima gente che ogni anno
esse portano con sé, forse recano un certo disagio a coloro che
abitano attorno al grande Prato o nelle sue vicinanze. Ma quelle
persone sanno bene che le Fiere sono inevitabili; si rendono conto,
più o meno consapevolmente, che esse costituiscono un patrimonio
storico e di costume a cui non si può rinunciare. Quindi, ad ogni
inizio di ottobre, all'affacciarsi delle prime nebbie autunnali, si
dispongono ad accoglierle con serena rassegnazione.
Attualmente le Fiere
di S. Luca si presentano come una sagra grandiosa, ricca di
attrazioni per bambini e adulti. Ma nei primi secoli della loro
storia, cioè nel Medioevo, il loro aspetto e la loro importanza
erano ben diversi. Infatti esse erano essenzialmente un mercato, un
grande e famoso mercato annuale, dove venditori e acquirenti, di
paesi anche lontani, si incontravano per lo scambio di prodotti
d'ogni genere.
L'origine della
fiera, come istituzione commerciale, è molto remota. L'uso di tenere
fiere e mercati era conosciuto anche dai Romani, dai Greci e da altri
popoli più antichi ancora. Fu però nel Medioevo che la fiera
raggiunse una grandissima importanza. La sua affermazione e la sua
rapida diffusione in molte regioni d'Italia e di altri paesi europei
furono determinate da quella generale ripresa che si verificò nel
mondo occidentale dopo l'anno Mille. Il grande valore storico della
fiera sta nel fatto che essa favorì il passaggio dall'economia
chiusa, tipica della società feudale, alla nuova economia cittadina,
aperta ai liberi scambi fra commercianti di località vicine e
lontane.
La fiera si teneva
nei luoghi più importanti della città , generalmente presso chiese o
santuari; si svolgeva in coincidenza con particolari festivitÃ
religiose e spesso durava molti giorni. Era quindi inevitabile che
essa superasse il carattere puramente economico, per assumere
l'aspetto di una grande festa popolare. In questo importante
avvenimento, che aveva per lo più scadenza annuale, convergevano
dunque interessi economici e aspetti religiosi e folcloristici della
vita del popolo. Grazie alla sua notevole importanza, che si
traduceva anche in cospicue entrate per le casse dell'amministrazione
pubblica, la fiera incontrava il favore e la protezione di chi
deteneva il potere. Norme e statuti speciali venivano emanati per
garantire la sicurezza di tutti coloro che vi volevano partecipare,
per regolare il comportamento dei commercianti e la vendita delle
merci e per risolvere rapidamente, nel luogo stesso della fiera, le
controversie o le liti che inevitabilmente sorgevano.
Come le fiere di
molte città dell'Italia settentrionale, anche quella di Treviso,
favorita dal luogo particolarmente felice, raggiunse una dimensione
di grande rilievo. Secondo alcuni studiosi, primo fra tutti il
Marchesan, essa esisteva ancor prima del Mille e si teneva in riva al
Sile, presso il porto della città . Con quale frequenza si svolgesse,
quali fossero le sue caratteristiche e la sua durata in quell'epoca
lontana non è possibile saperlo. Appena un cenno è contenuto nel
primo documento che ne testimonia l'esistenza. Si tratta di un
diploma di Berengario I, re d'Italia, redatto a Verona, nella chiesa
di S. Zeno, il 9 gennaio del 905. Con questo diploma il Re concedeva
al Vescovo di Treviso, Adalberto, parecchi diritti, tra cui due terzi
delle imposte che gli spettavano sul "mercato del Porto
Trevigiano". Con tale concessione il Vescovo entrava in possesso
dell'intero beneficio sulla Fiera, perchè l'altro terzo delle
imposte era già stato ceduto alla Chiesa trevigiana dai predecessori
di Berengario.
Nessun commento:
Posta un commento