sabato 30 luglio 2022

IL CAGNAN Settimanale Satirico-Artistico , Vicende e storie del roseo foglio

 


La scapigliatura trevigiana di quel periodo (parliamo del 1920 o giù di lì), subito dopo la guerra, quando i primi sussulti del fascismo sorgente facevano già prevedere la marcia su Roma, era, come d'altronde accade anche adesso,prettamente provinciale, condizionata dalla vita di una cittadina limitatrice della vita sociale e culturale, pronta a reprimere in mille modi ogni movimento sospettofin dal primo insorgere.

Una scapigliatura,quindi,costretta ad essere casalinga e ambigua : un prezzo, anzi uno scotto pagato per sopravvivere.

Remigio Forcolin

Remigio Forcolin e alucni amici,fra cui Vianello e Cancian,queste cose le sapevano molto bene,ma fu proprio questa conoscenza delle abitudini del nemico, che consentì loro di varare il loro 'Cagnan0, senza il necessario placet dei benpensanti, della borghesia e della nobiltà che imperavano e sottomettevano intellettualitàcultura e arte....





                                                Sante Cancian


Un tiro mancino, dunque,una specie di golpe giornalistico che prese tutti alla sprovvista.

Riuscirono i benpensanti a farlo tacere soltanto anni dopo, complice quel fascismo al quale s'erano votati anima e corpo,esclusi alcuni rari ostinati dissidenti, allora....



Treviso nel dicembre del 1944 stava ancora leccandosi le ferite tremende di cinque anni passati fra guerra e Resistenza.I morti erano comunque sepolti, le case dirute cominciavano, mattone per mattone,a essere ricostruite, fiorivano 'balere' in ogni angolo libero dove le 'signorine' facevano affari d'oro con gli Alleati delle truppe di occupazione. Qualcuno trovò persino marito,fra le divise 'kaki' d'oltre oceano.Dollari,'am-lire', cigarette and chocolat.

Boogie woogie, contrabbando e mercato nero : la benzina la trovavi dal fruttivendolo,il pane bianco dal fabbro ferraio,pezzi di ricambio per gli scassati automezzi superstiti potevi reperirne a volontà nelle case coloniche di astuti villici trasformatisi al tempo giusto. E fiorivano ovviamente, anche le testate giornalistiche.Molte duravano pochi giorni, altre, più resistenti, tenevano banco in edicola per mesi. Fiorivano i periodici del turpiloquio, del livore antiproletario, del bacchettonismo più smaccatamente puritano. Parrocchie e partiti duellavano sui giornali senza esclusione di colpi.



Poi un mattino del dicembre del '45 lo stanco e spoetizzato lettore della Marca,intontito dalla carta stampata e dai simboli politici,indeciso se votare casa Savoia o Repubblica, sazio di corned-beef e di comizi quotidiani,trovò nelle edicole il Cagnan,un foglio rosa scritto in dialetto e in italiano sulle quattro pagine che la carestia di carta imperante gli consentiva, piene di lepidezze,allusioni,barzellette,frustate episodi di vita cittadina narrati in chiave satirica,personaggi illustrati con tanto di nome cognome qualifica....


Il fogliaccio rosa di Remigio Forcolin andò letteralmente a ruba.

Con i numeri immediatamente successivi il settimanale divenne per i trevigiani un simbolo,una bandiera,un mezzo di difesa,ma anche di offesa.Insomma un apostolo che esortava i 'fregati' a non porgere l'altra guancia e che li difendeva egregiamente con quella forza e qul potere che solo la parola, se sapientemente spesa, sa esprimere.

Sopra la testata il motto trevigiano 'mi no vado a combatar', riassumeva nella sua laconica sfrontatezza, la mentalità e l'animo medesimo dei nostri cittadini.


Nessuno si salvava, la nemesi del sabato mattina era attesa e temuta da tutti : in città e provincia ( dove bravi amici corrispondenti mandavano ciacole e maldicenze comunque sempre ben fondate e dove il Cagnan rapidamente si diffuse), temuto da uomini politici e cittadini semplici,da 'borsari neri' e pescicani,da ex fascisti pentiti (ma non troppo),omosessuali d'alto rango,patronesse e zelatrici dalla vita (quella diurna...) irreprensibile.....


Remigio Forcolin fu querelato un sacco di volte e quasi sempre se la cavò trionfalmente.

Poi, come molti giornali galantuomini, cessò le pubblicazioni. In silenzio,senza traumi, senza la consueta 'pètarade' che accompagna, usualmente,l'agonia di una testata. Non aveva più soldi,ecco tutto.....


Dal 1948 occorre fare un bel salto temporale per trovare traccia del risorto Cagnan.

Alla corte del mensile Pagine Venete, a settembre del 1979,con quei bizzarri personaggi della vita culturale veneta che rispondono ai nomi di Franco Batacchi (direttore),Giorgio Dalla Barba (editore) e Mirko Trevisanello.


Franco Batacchi


Il foglio rosa,supplemento  mensile a Pagine Venete, fu resuscitato grazie alla carta fornita dalla Cassamarca e fu curato da Trevisanello,poeta scrittore giornalista professionista, amatore folle dele grazie muliebri, figura molto invisa negli ambienti benpensanti...

Forse a causa della sua sincerità di espressione,della crudezza , a volte, del sui linguaggioo.O, forse,

per il suo spirito indipendente.


Remigio Forcolin restava in sella come direttore onorario.

La stagione di Pagine Venete,legata ad alcuni progetti culturali di ampio respiro (Treviso Città Europea,era lo slogan!),terminò con la rovina finanziaria dei suoi animatori,complici vicende poco chiare di mancati finanziamenti,di loggeP2,di morte per asfissia d'indipendenza politica.

Treviso continuava ad essere lottizzata da una classe politica inetta,capace soltanto di difendere il proprio orticello di potere e di mandare allo sfascio ogni seria iniziativa di rinnovamento.

Sembrava che la stagione del Cagnan fosse finita.


E invece gli spiriti liberi non crepano mai.

Nel settembre del 1983 ( a una anno dalla sospensione delle pubblicazioni),un colpo di coda di Mirko Trevisanello e Giorgio Dalla Barba,faceva resuscitare il roseo foglio,in edizione autonoma.

Così il nuovo Cagnan riprese la voce, sorridente e crudele, beffardo ed ironico,nobile e povero.




Nel dicembre del 1983 Trevisanello va a dirigere Venezia7 e il Marco Polo 2000.

L'almanacco della trevisanità ridiventa 'cattivo'.Molti speciali, molta irriverenza, 'carne' ai politici.

La nuova formula fa discutere : molti non riconoscono più il roseo foglio.

La società civile ha perso il gusto dello sberleffo,lo spirito laico alla Cecco Angioliei.Il baccanale

dello spettacolo che i politici regalano ogni giorno non diverte più. Siamo all'indifferenza.Allo schifo demotivato.


Così il Nuovo Cagnan si spegne,un'altra volta.



Il libro del giornalista e scrittore Sante Rossetto : il Cagnan, Satira Società e Costume a Treviso





giovedì 28 luglio 2022

El Cortiveto dei Sbiri, negli appunti di Mirko Trevisanello

 


Mirko Trevisanello, direttore de Il Nuovo Cagnan, così raccontava nella pagina  degli Amissi del Cagnan,

El Cortiveto dei Sbiri.

"Diciamo subito che 'El Cortiveto dei Sbiri' (sull'origine e la storia di questo nome cercate altrove!),faceva da 'terra di nessuno' al quartiere San Nicolò. Una 'no man's land', in bilico armonioso,nota per i suoi locali, le vecchie architetture e lo spiazzo che ne costituiva il motivo toponomastico.

Ora molte cose sono cambiate,anche se le architetture sono sempre quelle di sempre e la gente è cambiata essendo quella di prima 'emigrata' altrove.E' bello, direi quasi consolante, ritrovare  due locali caratteristici  opportunamente ristilizzati e gestiti  come dovrebbero essere gestiti tutti i locali seri.

Parlo della Cantinota,un locale a dir poco stravagante dove vivanda e bevanda, vuoi per ricette speciali,vuoi per talento dei conduttori, rifuggono dall'usuale routine culinaria per collocarsi prepotentemente fra le specialità della 'gourmanise' nostrana e foresta.

Gianni, che della Cantinota ha fatto un piccolo gioiello di tavolo e di mescita, chiama un suo rosè l'Amico Frizzzz.... rendendo così, nel contempo,omaggio al suo prediletto Mascagni ed estasiando palati anche difficili.

La 'Madoneta' dei nostri giovanissimi tempi è stata rinnovata, grazie al cielo e ai valenti Stefano e Agostino in meglio.La clientela si è autoselezionata : bottiglieria e birreria funzionano in commovente unisono con la sapiente piastra per 'gosoessi' caldi. La Madoneta : tutti continuano a chiamarla così,ovviamente,in quanto sarebbe per lo meno pazzesco pretendere dai trevigiani di cambiare nome a una osteria.

L'Uomo più brutto,nuovo, originalissimo 'titolo',sarà eventualmente usato dai più giovani. In fondo questo si avvia a diventare un 'loro' locale.E, perchè no ? Un cenacolo di cose ancora ben vive e sanamente operanti, malgrado tutto....



Mirko Trevisanello

Nato a Treviso nel 1924. Ha frequentato il liceo scientifico perché dal Classico è stato buttato fuori nel 1941. Leva di mare ma... finisce in una banda di allegri guerriglieri di Tito. Poi è stato ferito, si è beccato un anno e venti giorni (sic!) a letto in un ospedale da prigionieri nel Meklenburgo. Ne ha passate di tutti i colori. Figlio, nipote, pronipote di pescivendoli e pescivendolo lui stesso. Nel 1946 esce "Bassa Marea", Poesie - prefazione di Giovanni Comisso, Edizioni Canova. Poi per "Treviso l'Altra" scrive un racconto lungo. Quindi, dopo miserie e traversie varie entra nella redazione di Treviso, e poi, di Venezia, del "Diario" di G[ianni] De Michelis.
Nel 1980 esce "Mi introdusse nella casa del vino" (Storie e volti di osterie trevigiane), Edizioni Altrarea, Treviso. L'anno seguente esce "L'Eros venerando", infelice aborto editorial-tipografico. E' stato corrispondente e inviato di "Milano-Sera" dal 1949 al 1954. Ha collaborato con "Paese Sera", "Unità", "Slobodna Dalmacija" (in croato), "Lotta Partigiana", "Radio Alfa". E' stato direttore responsabile di "Venezia 7", "Cagnan", "Pagine Venete" e altre testate. 
E' stato anche  direttore responsabile dei Telegiornali di "Canale 55" emittente TV di Pordenone. ha Ha Ha collaborato anche a "Il Popolo" di Pordenone, a "Tutto Pordenone", a "Friuli 7 giorni".

Appunti - San Nicolò in storia

 


Archivio Multimediale de Il Nuovo Cagnan /4



Cominciamo con un breve viaggio nella toponomastica dell'antica contrada di San Teonisto,San Nicolò e di Santo Stefano. Innanzi tutto via  San Nicolò, compresa fra Piazza della Vittoria e Porta Calvi. Ovviamente la contrada deve il suo nome alla nota chiesa,il tempio monumentale di San Nicoò.Tempio

romano gotico che fu edificato grazie ai cospicui lasciti del Nicolò  Bocasino che divenne Papa e prese il nome di Benedetto XI.Siamo nel XII secolo.

La chiesa, superba, fu eretta su progetto di fra' Benvenuto Celle e fu ultimata attorno al 1350.Le opere che custodisce hanno grande pregio e fama : affreschi di Tomaso da Modena , dipinti di Francesco Bassano,Palma il Giovane,Marco Vecellio e altri artisti. Nel Seminario adiacente la preziosissima Sala del Capitolo dei Domenicani,interamente affrescata da Tommaso da Modena. E' celeberrimo il cardinale Ugo di Provenza che inforca sul naso un vero paio di occhiali,sconosciuti a tutta la pittura precedente.

Nicolò da Rouen, altro cardinale,tiene in mano una lente di ingrandimento

Via Isola di Mezzo è compresa fra la via San Nicolò e la via Giacinto Longhin e corrisponde alla vecchia Calle dellamGuola o della Gola, dal nome della famiglia trevigiana- scrive Irene Boccaliero nel suo libro 'Le vie di Treviso' (Vert Editrice 1987). Le contrade di San Nicolò e di san Teonisto un tempo infatti erano divise in 'isole' : piccoli isolati che prendevano il nome della famiglia che vi risiedeva. Così Isola di mezzo deriva probabilmente dalla famiglia Mezzo, estensi trasferitisi a Treviso.

L'Isola di Mezzo e la Calle dell'oro, cioè l'odierna via dei dall'oro, sono stati i quartieri delle donne perdute. Via dei Dall'oro, che porta da via San Nicolò a via Longhin attraverso Piazza San Pio X,può aver preso il nome della professione di orefici della famiglia De Rido o Da Rigo.

Ma c'è anche chi fa derivare il nome dal debaroche in passato circolava per la presenza dei postriboli.

Vicolo dei Dall'oro collega la sua testè citata con Castelmenardo.Un tempo si chiamava Calle dei due portoni e poi divenne Via delle Oche. Affiancandosi sul corso del Siletto offriva infatti alle donne un comodo lavatoio sul fiume.

Non possiamo concludere senza aver parlato di Piazza della Vittorio che occupa un ampioslargo tra la via San Nicolò,D'Annunzio,Diaz e Cadorna. 

Già Piazza Bressa e Piazza del Gesù, fu dedicata dal 1931 alla conclusione della prima guerra mondiale.Il monumento ai cadutisi deve allo scultore Arturo Stagliano.Un tempo la fisionomia  della piazza era diversa : palazzo Bressa,la Chiesa di Santa Maria del Gesù,entrambi demoliti.Al suo posto

c'è oggi l'Istituto Tecnco Riccati. Dopo essere stata chiusa al culto per la soppressione  dell'Ordine dei Riformati nel 1807 santa Maria del Gesù fu utilizzata come carcere,caserma per le truppe di cavalleria,intitolata al colonello Zambeccari e sede dei vigili del Fuoco.





mercoledì 27 luglio 2022

Treviso e le Rotte del Cagnan

 





Uno dei percorsi che verranno sviluppati riguarderà Treviso e le ‘Rotte del Cagnan’.

Partendo dal centro storico di Treviso è possibile percorrere, in diverse direzioni, delle 'rotte' che portano a toccare i centri della Marca, ricchi di storia arte e cultura.

Borghi d’Europa ha voluto ricostruire le 'rotte', proponendo dei percorsi del gusto inediti.

Il Cenacolo 'Quelli del Cagnan' organizza quindi la riscoperta di borghi e contrade, iniziando

da Contrada Sant’Agostino.


Dino Buzzati definì la città di Treviso “la Piccola Atene” perché nel periodo storico compreso

tra le due Guerre, Treviso accolse numerosi poeti e artisti: facendo riferimento a questa

espressione, i giornalisti e comunicatori dell’Associazione Internazionale Borghi Europei

del Gusto e dell’Altratavola proporranno alcuni momenti di incontro e di informazione su questo tema. L’iniziativa fa parte del progetto “Percorsi d’Europa”, che si ispira ai principi dell'

interculturalismo del Consiglio d'Europa e che riguarda l’Azione Le Contrade del Gusto,

dove viene data voce ai Borghi meno conosciuti.

In questo caso si tratta di valorizzare il patrimonio culturale di Treviso, attraverso le storie dei protagonisti della scapigliatura intellettuale del XX secolo; si tratta di un omaggio alla nostra identità più vera e autentica.

La prima tappa di questi stages sarà dedicata a QUELLI DEL CAGNAN (dal nome del

fiume di risorgiva che passa per il centro del capoluogo della Marca e che sfocia nel Sile),

ovvero la storia del 'roseo foglio' fondato da Remigio Forcolin, che fu ripreso da Franco

Batacchi jr., Mirco Trevisanello, Giorgio Dalla Barba e Neno Abiti e le iniziative irriverenti

degli intellettuali irregolari, e ancora Il Cagnan tra le due Guerre e la ripresa nel 1980.

QUELLI DEL CAGNAN è stata un’esperienza densa di chiaroscuri e momenti esaltanti,

che nessuno ha mai raccontato, forse perché, come sempre, le voci 'altre' debbono arrangiarsi

e non hanno diritto di cittadinanza nella cultura ufficiale .


Saranno oltre 20 le tappe che verranno realizzate, dando voce ai protagonisti dei territori e alla riscoperta di monumenti e ‘segni’ della storia.


Per esempio, nella prima tappa, verrà ‘raccontata’la chiesa di Sant’Agostino, che apparteneva al vicino convento dei Chierici Regolari di Somasca. Fu uno di loro, padre Francesco Vecellio, a progettare questo elelgante edificio verso la metà del XVIII secolo, che fu consacrato il 25 dicembre 1758. La chiesa divenne parrocchiale, e sede della scuola dei calzolai.


A Milano,Vetrina del Gusto


Borghi d’Europa vanta un’esperienza più che ventennale nel raccontare e comunicare le realtà d’eccellenza della filiera agroalimentare del nostro Belpaese e ha saputo trasmettere questi valori “giornalistici” anche all’estero, attraverso la creazione nel 2009 dell’Associazione Internazionale Borghi Europei del Gusto, che si ispira al “fare rete” del Consiglio d’Europa.

Il racconto de Le Rotte del Cagnan verrà ripreso ogni mese dai giornalisti e dai comunicatori di Borghi d’Europa a Milano, assicurando così una ‘vetrina’ nazionale ed internazionale alle aziende e alle storie dei nostro Veneto.